I saggi di Reggio Emilia (2004)

“È una presa di distanza, quella di Del Bue, da un mondo retto dalla frenesia, dall’ossessione dello scorrere del tempo, dal trionfo dell’effimero e dell’apparire, e non l’ammissione di una sconfitta, una fuga all’indietro nel ricordo dorato di un’infanzia perduta. No, Del Bue non cammina all’indietro, ma verso il futuro, con i suoi omini eternamente intenti a chiacchierare, ignari del tempo che scorre e di quello atmosferico.
Dunque, Gianni getta ostinatamente lo sguardo su qualcosa che ancora non c’è, non sa arrendersi alle manifestazioni del reale che lo circondano.”

“Nei dipinti di Del Bue, citazioni della pittura antica e moderna, memorie letterarie e cinematografiche (certi suoi quadri sviluppati in verticale o in orizzontale sono dei vertiginosi piani-sequenza), prospettive arditissime e incontri inaspettati (la grande zucca su una torre; l’automobile rossa lanciata in corsa sui tetti; l’ippopotamo in una vasca d’acqua ai piedi di una grattacielo, che un ciclista stremato dalla fatica di una salita che ha appena finito di scalare si trova davanti), nutrono una pittura fintamente naturalistica e dimessa, ma in realtà colta e di grande abilità tecnica.”

Copyright – Gianni Del Bue 2013